Il reggiseno

Lei l'ha scelto con cura. Nero, di seta, finissimo,
con un'accenno di trasparenza che trapela dal pizzo,
a esaudire la sua personale frontiera tra vanità ed esibizionismo.
Le modella la curva del seno, che quasi abbraccia e sostiene,
seppure sfidi arrogantemente la legge di gravità della fisica,
e volerlo coprire, è solo per vezzo, non una necessità.
Lo indossa e lo sistema con attenzione,
per fare in modo che i capezzoli si mostrino appena,
quasi fossero prigionieri tra le maglie di una rete.
Indugia di fronte allo specchio,
consapevole di volersi preparare nel modo migliore.
Sola. In compagnia dello sguardo del resto del mondo.
Per apprezzarsi di più, fa un mezzo giro su se stessa,
per smuovere l'aria che ha intorno,
fra i chiaroscuri della schiena, adesso rivolta di lato.
Si scruta pensosa a favore di una o dell'altra sua parte,
in una gestualità studiata, pensando che una,
no l'altra, prevalga per perfezione e bellezza,
in un risultato sempre e comunque di bell'effetto.
La stanza è un luogo pieno di segreti misteri.
Ovunque si avverte un profumo dominante
dall'irresistibile fascino: è quello delle notti d'oriente,
e di sensi lasciati vagare,
per il piacere di volersi inebriare la mente.
Nell'incanto unico d'immedesimare ricordi,
che permettono alle rose di Giugno,
di continuare a fiorire nel mese di Dicembre.
Quel corpo ha un unico culto: la sua cura.
I baci e le carezze sono la sua liturgia.
Quando inarca la schiena e appoggia le mani sui fianchi,
li spinge all'indietro e accidentale discosta
la brasiliana nera di lato, che generosa lascia intravedere,
il solco profondo dei suoi glutei rotondi,
dove ogni mio pensiero desidera inerpicarsi.
Più in alto e più su,

fino alle dolci colline rigogliose del morbido suo corpo di donna.
che rimango a guardare rapito.
Sono parte del territorio della sua Repubblica,
dove vigono altre regole e se lei lo vuole può farti prigioniero.
Là dove vere e proprie regole non ci sono.
Avvolto dalla nebbia di un mistero delicato,
emotivo, sentimentale, cerco inutilmente
di snodare una storia da una sillaba,
di leggere la donna che c'è nel profondo.
nel bisogno di lei,
perché il maschile lasciato a se stesso
facilmente degenera in guerre e devastazioni.

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